La mostra, che racconta Vico Magistretti viaggiatore e architetto nel mondo, si sviluppa su due temi: Magistretti viaggiatore e turista dal 1947 al 1960 attraverso fotografie inedite dall’archivio di famiglia; e Magistretti architetto e designer con tre progetti realizzati tra il 1959 e il 1986 in Argentina, Francia, Giappone.
“Ho dovuto e ho voluto viaggiare… insomma ho girato il mondo abbastanza bene. Mi è servito enormemente, ma mi è servito enormemente soprattutto un viaggio che ho fatto quando ero ancora giovane…”.
Comincia così la storia di Magistretti viaggiatore, dall’Argentina, al Cile fino al Perù e poi New York: “Questo arrivare a New York quando avevo 34 anni e essere stupefatto da questa incredibile città di cui mi aveva fatto impressione vedere che le donne fumavano per strada, per esempio...”
E poi Londra, Francia, Spagna. E l’Italia.
Magistretti registra queste esperienze in una serie di fotografie in bianco e nero in cui emerge lo sguardo ora “stupefatto” ora già attento a particolari che in seguito riprenderà e rielaborerà nei suoi progetti di design e di architettura, spesso ironico, sempre acuto.
E poi il Magistretti architetto e designer, con il primo lavoro all’estero: “Alcuni miei amici hanno pensato che potessi essere adatto a fare un lavoro in Argentina. Allora io sono andato in Argentina, allora ci si mettevano 36 ore di volo”.
A Campana, nella provincia di Buenos Aires, Magistretti realizza tra il 1959 e il 1963 per la Techint un residence che doveva essere un primo edificio all’interno del progetto (mai realizzato) di un centro civico.
Poi a Parigi, in Place de la Madeleine, dove nel 1967 inaugura lo show room progettato e arredato da Vico per Cerruti 1881: un luogo caratterizzato da un’attenzione ugualmente posta nel disegno dei volumi e nei dettagli di arredamento, luogo che diventerà modello per i negozi del marchio Cerruti nel mondo.
E infine, l’amato Giappone. “Io credo molto a quelle che si chiamano preesistenze ambientali, cioè ai posti dove vengono fatte le case, chiaro che io a Tokyo non avrei fatto una casa come la potevo fare a Genova, a Torino… non c’entra niente! Mi sono accorto alla fine, proprio quando l’ho disegnata, che è venuta fuori una casa giapponese”. In tutto il progetto di casa Tanimoto (1985-86) emerge la volontà di Magistretti di ricondurre una concezione abitativa e architettonica occidentale alle suggestioni del contesto giapponese.
Dal 23.3.2015 al 13.2.2016
Mostra a cura di
Rosanna Pavoni
Progettazione dell'allestimento a cura di
Paolo Ulian
Progetto grafico di
Bunker
Video di
Francesca Molteni
Schede dei progetti a cura di
Manuela Leoni
Con il patrocinio di Consolato Generale e Centro di Promozione della Cultura della Repubblica Argentina, Consolato Generale di Francia, Consolato Generale del Giappone e Institut Français Milano